Ha consistenza sciropposa più o meno densa, colore dal giallo chiaro all'arancione e al rossastro, aspetto da vischioso a trasparente, sapore dolce e aromatico che varia in base alla provenienza del nettare.
I ceci di Castelcivita vengono coltivati in maniera tradizionale su colline argillose e sassose, faticose da lavorare, ma ideali per questa cultura. Il sapore e la sua consistenza ne fanno un prodotto non comune, specialmente se cucinato con le tipiche lagane. Legume gustoso e versatile, per secoli è stato considerato il cibo degli schiavi e dei poveri.
I Cicci Maritati sono il piatto più tipico del Cilento contadino. Questa zuppa veniva preparata ogni 1° maggio utilizzando le rimanenze invernali dei legumi (cicci) e dei cereali. Essi venivano mescolati (maritati) e cucinati insieme in segno di buon augurio per il raccolto estivo. Il piatto veniva completato con l’aggiunta del granoturco, bollito separatamente per il suo diverso tempo di cottura.
La Cicerchia è un legume antichissimo e piuttosto raro, conosciuto come piatto delle carestie. Per i contadini di un tempo le cicerchie cotte in tegame rappresentavano un pranzo. Oggi vengono riproposte nella cucina mediterranea come un ottimo contorno, energetico e poco grasso.
Il Fagiolo di Controne è apprezzato per la sua buccia sottile, praticamente impalpabile. Il suo gusto delicato lo rende un prodotto pregiato in cucina, infatti, oltre ad essere utilizzato per arricchire paste e zuppe, viene impegnato per piatti inconsueti e puree dal sapore raffinato. Queste caratteristiche gli hanno permesso di essere inserito da Slow Food nelle 100 specialità italiane da salvare.
Questo tipo di fagiolo si distingue per il suo occhio nero sulla buccia dal color bianco panna, che marca il punto dove il seme si attacca al baccello. Viene solidamente cucinati in zuppe, ma nella tradizione cilentana viene anche servito come piatto unico: in una minestra rustica con pomodorini, peperoni cruschi ed olio extravergine oppure in versione dolce con le castagne.
Origano a fiore bianco coltivato sui nostri Monti Alburni. Viene raccolto a mano ed essiccato in mazzetti appesi testa in giù, in un luogo buio e ventilato, per 30 giorni. La sua lenta disidratazione, che avviene in maniera del tutto naturale, preserva tutti i suoi oli essenziali. Al termine di questo procedimento ogni singolo mazzetto viene sgranato, setacciato e confezionato in barattolo di vetro per la conservazione. Il suo aroma, dalle mille proprietà organolettiche, trasporta il profumo della montagna fin nella nostra cucina.